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EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO


Note sugli “Orientamenti pastorali dell’episcopato italiano per il decennio 2010-2020”

Gli Orientamenti (n. 54b) affermano: La capacità di vivere il lavoro e la festa come compimento della vocazione personale appartiene agli obiettivi dell’educazione cristiana”.  La Gente del Circo e del Lunapark ha come missione nella propria vita quella di “portare gioia e festa”; il loro lavoro è la festa che si esprime in modo peculiare attraverso la ricerca e la rappresentazione dell’armonia e della “bellezza” (n. 5 – 7 – 8); mentre parla dell’azione educativa degli artisti e dello spettacolo(n. 50): “Essi offrono perciò preziose opportunità perché non manchi, in tutti gli spazi sociali, una proposta educativa integrale”.
Si afferma che “La formazione integrale è resa particolarmente difficile dalla separazione tra le dimensioni costitutive della persona, in special modo la razionalità e l’affettività, la corporeità e la spiritualità” (n. 13).Invece lo spettacolo circense esprime in modo particolare una sua spiritualità proprio attraverso l’espressione della corporeità ed in un mondo pieno di dissociazioni (cfr n.13) manifesta una armonia come nel caratteristico rapporto con il mondo animale e con il creato (vedi n. 11 e 24).
Luoghi della educazione indicati negli orientamenti sono la famiglia e la scuola (n. 5).
“Il bambino recita il documento(n. 27) - impara a vivere guardando ai genitori e agli adulti. Si inizia da una relazione accogliente, in cui si è generati alla vita affettiva, relazionale e intellettuale. Il legame che si instaura all’interno della famiglia sin dalla nascita lascia un’impronta indelebile”. In una società nomade come quella del luna park e del circo la famiglia è il perno fondamentale da cui si apprende non solo la cultura e lo stile di vita ma anche le tecniche e la dinamica del lavoro. L’analisi che il documento fa della famiglia nella società dei fermi (n. 36) si discosta dalla situazione familiare di questo mondo che non è scevra da problematiche che, però, vanno in senso diverso.
La scuola (n. 46) per il mondo del circo e dei luna park è totalmente inadeguata, viaggiando da una città all’altra e da una sede scolastica all’altra è vissuta inevitabilmente in modo del tutto frammentato, senza una continuità didattica ed educativa. Le scuole itineranti che hanno fornito un notevole sostegno fino a venticinque anni, potrebbero essere di fondamentale aiuto. Oggi in Europa non si limitano alla scuola primaria e sostengono i ragazzi fino alle superiori con un servizio di tutor e di E-learning: la Spagna le ha istituzionalizzate e seguono i propri circhi anche quando si recano all’estero fino a sei mesi, nella Westfalia sono gestite dalla Chiesa Evangelica. In Italia, oggi, si dice che non sono più proponibili per la diminuzione della popolazione scolastica in ogni singolo complesso e il carico economico su ogni singolo alunno sarebbe elevato. Riguardo la accessibilità della scuola cattolica, il documento fa riferimento “in particolare a quanti versano in situazioni difficili e disagiate” (n. 48), di fatto per i viaggianti l’accesso alla scuola cattolica è quella che pone maggiore problematicità.
La nomadicità di questa società e le caratteristiche culturali diverse creano non pochi problemi nelle relazioni con il mondo dei “Fermi” e si “deve tener conto di questa situazione e aiutare a superare paure, pregiudizi e diffidenze, promuovendo la mutua conoscenza, il dialogo e la collaborazione (n. 14). Nello stesso tempo queste società nomadi fanno esperienza e sono portatrici inconsapevoli dei valori dell’Esodo il cui valore educativo è sottolineato dagli Orientamenti(n. 19).
Sul piano della educazione alla fede, gli orientamenti affermano che “è necessario curare in particolare relazioni aperte all’ascolto, al riconoscimento, alla stabilità dei legami e alla gratuità” (n. 53), come pure “la reciprocità tra famiglia, comunità ecclesiale e società” (n. 54 c); a più riprese il documento afferma il ruolo fondamentale della Parrocchia come “Chiesa che vive tra le case degli uomini” che dovrebbe essere “capace di dialogare anche con chi si avvicina alla Chiesa solo occasionalmente” (n. 41) afferma anche che “ogni Chiesa particolare dispone di un potenziale educativo straordinario, grazie alla sua capillare presenza nel territorio” (n.39), essa “conduce le persone a una progressiva consapevolezza della fede, mediante itinerari differenziati di catechesi e di esperienza di vita cristiana” (n. 40). Tutto questo per la società nomade del Lunapark e del Circo è puramente utopia, non di rado, proprio per l’occasionalità dell’incontro, sperimentano la problematicità dei rapporti fino a giungere al rifiuto.
Due sono gli aspetti positivi del documento che possono aiutare in questo servizio pastorale: la valorizzazione della pietà popolare(n.44)e la prospettiva di “nuove figure educative”(n.54 c) come i laici  missionari e gli evangelizzatori di strada, figure non del tutto nuove in questo mondo data l’esperienza di missionarietà itinerante offerta a questa Gente ad iniziare dalla prima metà del secolo scorso con mons. Dino Torreggiani, don Franco Baroni, don Angelo Scalabrini ed i Direttori Nazionali che si sono succeduti che, con i loro collaboratori, hanno in seguito assunto questa responsabilità e stile pastorale.